Il regno millenario di Hieronymus Bosch
Wilhelm Fraenger
Poco o nulla sappiamo della vita di Hieronymus
Bosch, e scarse sono anche le notizie relative all’am-
biente in cui si formò. La sua vicenda umana rimane
avvolta in un alone di leggenda impenetrabile che
non poco ha contribuito ad alimentare le più svariate
supposizioni intorno alla sua arte. Ma e proprio dei
grandi spiriti sollecitare indagini e interpretazioni tal
volta antitetiche tra loro. Nel caso di Bosch, alcuni
hanno creduto di vedere nella sua opera un corrispet
tivo, più o meno fedele, della classificazione del mon
do elaborata dai teorici dell’alchimia; altri vi hanno
scorto un prodotto dell’ossessione demoniaca e visio
naria propria del tardo Medioevo; altri ancora, infine,
una severa critica, in chiave satirico-grottesca, dei co
stumi e delle leggi del tempo.
Wilhelm Fraenger, in questo libro di straordinario vi
gore esegetico, che compendia decenni di minuziosi
e pazienti studi sull’argomento, coglie nell’arte di
«questo Virgilio della pittura olandese» una proie
zione del messaggio religioso e rituale della comunità
adamita dei «Fratelli del Libero Spirito», ai cui miste
ri il pittore sarebbe stato iniziato, ricevendone la
commissione del Regno millenario, concepito dun
que con intenti e finalità pedagogici, in quanto docu
mento da «leggere» affidato alla libera e personale
interpretazione degli adepti-osservatori. La tesi,
insieme enigmatica e affascinante, intorno alla quale
ruota questo viaggio dentro gli innumerevoli travesti-
menti metaforici di un universo linguistico cifrato ma
tutt’altro che ambiguo, si precisa quando Fraenger,
dietro il trittico e, più in generale, dietro l’intera fan
tasmagoria del mondo boschiano, adombra la presen
za, evidente, di un ispiratore sinora ignorato. In altre
parole, quelle che sono sempre parse immagini oniri
che partorite da una fantasia spinta talvolta ai limiti
del delirio, in realtà non sarebbero altro che rappre
sentazioni suggerite da un mentore dai vastissimi
orizzonti, il Gran Maestro del Libero Spirito, artefice
di «un progetto tanto ambizioso quanto articolato in
ogni minimo particolare», nel quale si sarebbe confi
gurato un sistema spirituale fondato su una triplice
istanza: teologica, filosofica e pedagogica. Ma, al di là
di questa tutela originaria, l’«esecuzione» dell’artista
è sottratta ad ogni artificio compositivo: ogni partico
lare, sia esso riferito al mondo minerale, vegetale,
animale o, più semplicemente, ai comuni episodi del
la vita quotidiana, sgorga spontaneo da una «volut
tuosa delizia creativa» che illustra i concetti fonda-
mentali degli exempladei predicatori e tutta la com
plessa simbologia della religiosità medievale.
Nella storia della pittura occidentale nessun pittore
visse un’esperienza iniziatica così profonda, che, sul
piano artistico, costituì un potente esempio di ener
gia mistico-demoniaca al quale non rimasero insensi
bili alcuni fra i più inquieti interpreti della coscienza
moderna, da Goethe a Novalis, da Fussli a Goya, da
Blake ai surrealisti.
Bosch, e scarse sono anche le notizie relative all’am-
biente in cui si formò. La sua vicenda umana rimane
avvolta in un alone di leggenda impenetrabile che
non poco ha contribuito ad alimentare le più svariate
supposizioni intorno alla sua arte. Ma e proprio dei
grandi spiriti sollecitare indagini e interpretazioni tal
volta antitetiche tra loro. Nel caso di Bosch, alcuni
hanno creduto di vedere nella sua opera un corrispet
tivo, più o meno fedele, della classificazione del mon
do elaborata dai teorici dell’alchimia; altri vi hanno
scorto un prodotto dell’ossessione demoniaca e visio
naria propria del tardo Medioevo; altri ancora, infine,
una severa critica, in chiave satirico-grottesca, dei co
stumi e delle leggi del tempo.
Wilhelm Fraenger, in questo libro di straordinario vi
gore esegetico, che compendia decenni di minuziosi
e pazienti studi sull’argomento, coglie nell’arte di
«questo Virgilio della pittura olandese» una proie
zione del messaggio religioso e rituale della comunità
adamita dei «Fratelli del Libero Spirito», ai cui miste
ri il pittore sarebbe stato iniziato, ricevendone la
commissione del Regno millenario, concepito dun
que con intenti e finalità pedagogici, in quanto docu
mento da «leggere» affidato alla libera e personale
interpretazione degli adepti-osservatori. La tesi,
insieme enigmatica e affascinante, intorno alla quale
ruota questo viaggio dentro gli innumerevoli travesti-
menti metaforici di un universo linguistico cifrato ma
tutt’altro che ambiguo, si precisa quando Fraenger,
dietro il trittico e, più in generale, dietro l’intera fan
tasmagoria del mondo boschiano, adombra la presen
za, evidente, di un ispiratore sinora ignorato. In altre
parole, quelle che sono sempre parse immagini oniri
che partorite da una fantasia spinta talvolta ai limiti
del delirio, in realtà non sarebbero altro che rappre
sentazioni suggerite da un mentore dai vastissimi
orizzonti, il Gran Maestro del Libero Spirito, artefice
di «un progetto tanto ambizioso quanto articolato in
ogni minimo particolare», nel quale si sarebbe confi
gurato un sistema spirituale fondato su una triplice
istanza: teologica, filosofica e pedagogica. Ma, al di là
di questa tutela originaria, l’«esecuzione» dell’artista
è sottratta ad ogni artificio compositivo: ogni partico
lare, sia esso riferito al mondo minerale, vegetale,
animale o, più semplicemente, ai comuni episodi del
la vita quotidiana, sgorga spontaneo da una «volut
tuosa delizia creativa» che illustra i concetti fonda-
mentali degli exempladei predicatori e tutta la com
plessa simbologia della religiosità medievale.
Nella storia della pittura occidentale nessun pittore
visse un’esperienza iniziatica così profonda, che, sul
piano artistico, costituì un potente esempio di ener
gia mistico-demoniaca al quale non rimasero insensi
bili alcuni fra i più inquieti interpreti della coscienza
moderna, da Goethe a Novalis, da Fussli a Goya, da
Blake ai surrealisti.
Ano:
1980
Edição:
2
Editora:
Guanda
Idioma:
italian
Páginas:
212
Arquivo:
PDF, 3.53 MB
IPFS:
,
italian, 1980